Giornata della memoria a.s. 2020/2021
Una storia narrata con delicatezza, racconta dell’olocausto e della speranza della salvezza legata a una piantina di verbena, che fiorisce dopo la tempesta. Una storia ricca di illustrazioni cariche di significato e di emozioni che sottolineano la drammaticità del male e la luce della speranza
“Al campo dove sono stato prigioniero c’era un rabbino che diceva sempre: <vedi Ellis, in questo posto così tremendo, niente vale, neppure la nostra vita. La cosa che più mi manca sono i fiori, i fiori sono come l’arcobaleno, quando sbocciano, segnano la fine della tempesta>. E un giorno che il rabbino trovò delle piantine della verbena, le trapiantò tutte vicine alla baracca dove noi eravamo, e le curò annaffiandole con la sua razione di acqua. Ma non le ha viste fiorire perchè una mattina è scomparso insieme a molti altri. Ma quei fiori sono stati la mia salvezza.
Gli ultimi giorni della guerra, in mezzo alla grande confusione del campo, io mi sono nascosto sotto alla baracca, e per quattro giorni ho mangiato i fiori di verbena, se sono vivo, è grazie ai fiori del rabbino.”
……..Un giorno apparvero fiori su ogni finestra della facciata della scuola, quell’unica parete rimasta in piedi sul fondo azzurro del cielo, sembrava una galleria di quadri di natura viva. Piantato per terra, sotto la finestra, c’era un biglietto con su scritto: la tempesta è finita!!!!
I ragazzi della classi seconde e quarte del plesso Rodari per commemorare il 27 gennaio, giorno della memoria, si sono ispirati al racconto “I fiori della Tempesta” di C. Cavalli , e per sottolineare la forza della speranza hanno realizzato e appeso fiori colorati al cancello della loro scuola come un arcobaleno che appare quando la tempesta è finita.