Giornata internazionale della lingua madre
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE 2018
Il 21 febbraio è la giornata internazionale della lingua madre. È una celebrazione, indetta dall’Unesco, per promuovere la diversità linguistica culturale e il multilinguismo. Il tema scelto per l’edizione di quest’anno sottolinea il nesso profondo che esiste tra biografia linguistica di ogni bambino e la riuscita scolastica ed è infatti: “L’inclusione nell’educazione e attraverso l’educazione. La lingua conta”.
Tullio De Mauro scrive: ” La lingua materna, con cui siamo nati e abbiamo imparato ad orientarci nel mondo, non è un guanto, uno strumento usa e getta. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni e schemi mentali”.
La madrelingua nutre i nostri pensieri.
Pensare in un’altra lingua significa ripensare il mondo. Le scuole italiane accolgono numerosi alunni la cui lingua madre non è l’italiano e che sviluppano, nel tempo, una condizione di bi o plurilinguismo. Condizione che non sempre viene giudicata positivamente. Il bilinguismo dei bambini con una storia di migrazione, possiede tante valenze e tanta ricchezza a seconda di come gli adulti affronteranno questa condizione.
In questo senso è necessario non nascondere la lingua madre ma farne un’occasione vantaggiosa.
Attività Giornata Lingua Madre Scuola dell’infanzia
Nella Scuola dell’Infanzia, quest’anno, alcune sezioni hanno scelto di affrontare l’argomento dei diritti in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia. La motivazione che ha spinto le insegnanti ad intraprendere questo
percorso è data dal fatto che ogni bambino è soggetto di diritti e prioritariamente porta in sé quello di essere
rispettato e valorizzato nella propria identità, unicità, differenza. Per questo le docenti si propongono di educare,
attraverso le piccole azioni quotidiane, alla convivenza nel rispetto di ognuno. Tra i diritti dell’infanzia, quello di avere un nome e un’identità è uno dei più importanti. Questo tema si collega alle proprie origini e alla storia personale di ognuno. I bambini, disposti in cerchio, hanno riflettuto sull’importanza di avere un’identità (“Senza nome, non sanno chi siamo”, “Se abbiamo un nome, gli altri ci conoscono”). Il lavoro di gruppo è stato svolto in questo modo: è stato chiesto loro di disegnare se stessi e di ricopiare il proprio nome. I disegni e i nomi sono stati poi incollati su di un
cartellone (lavoro svolto da bambini di 4 anni). Ma esistono tanti altri diritti, e con i bambini di 5 anni ci si può spingere a scoprirli e a parlarne in modo più approfondito. L’attività è iniziata con un brainstorming per determinare cosa conosceva il gruppo (se dico mangiare penso a… acqua, salute, amore, casa, scuola, gioco…).
Parlando del diritto al gioco, un bambino si è collegato al tema dello sfruttamento minorile, perché lui sa che, in alcuni
paesi del mondo, i suoi coetanei sono poveri, non possono andare a scuola, e anzi, lavorano. In particolare, ha
raccontato di aver visto il film d’animazione della storia di Iqbal Masih (Bambini senza paura) assieme al fratello
grande e di aver compreso che i bambini non devono lavorare, ma vanno protetti da ogni tipo di sfruttamento.
Dopo aver elencato tutti questi diritti, ogni bambino ne ha scelto uno e l’ha rappresentato su una foglia bianca da appendere all’Albero dei diritti, precedentemente disegnato e colorato.
Gli argomenti trattati sono piaciuti molto e sicuramente verranno riproposti ogni anno.
La classe seconda D della scuola primaria Rodari
si è suddivisa in piccoli gruppi. All’interno di ogni gruppo, i bambini con lingua madre diversa dall’ italiano hanno insegnato qualcosa ai compagni, che si sono subito dimostrati curiosi. Poi in classe tutti hanno condiviso con entusiasmo le nuove parole e musicalità conosciute:
- tre canzoni in lingua spagnola proposte da alunni di origine peuviana e venezuelana
- una filastrocca in lingua inglese
- una canzoncina di compleanno in lingua russa, “regalo” di una compagna ucraina
- una filastrocca araba sui numeri (dal nostro amico originario dell’Egitto)
- una canzoncina in lingua francese donata da una bimba con mamma congolese.
Questa esperienza ha arricchito tutti noi e ha reso i nostri compagni bilingue più consapevoli della loro “marcia in più”.
Tutto il materiale è stato riportato e illustrato su un cartellone.
Nelle classi quinte e seconde è stata effettuata una riflessione sul significato della lingua madre e della sua importanza come “lingua degli affetti”. Il brainstorming con gli alunni è servito come punto di partenza per la costruzione di una breve traccia di intervista che mira ad indagare la coesistenza della lingua madre con l’italiano, nella vita di tutti i giorni.
Domande:
- Come ti chiami? Quanti anni hai?
- Che nazionalità hanno i tuoi genitori?
- Che lingua parli a casa con la tua famiglia?
- E’stato facile imparare l’italiano?
- Ma tu in che lingua pensi?
- Ti sei mai sentito non capito o incompreso per la tua lingua?
- Racconta qualcosa nella tua lingua di origine.
Le interviste sono state videoregistrate nella classe, alla presenza di tutti i compagni, per favorire la consapevolezza della ricchezza culturale presente e stimolare una maggiore inclusione, nell’accoglienza e nel riconoscimento delle reciproche differenze.